A Pagani il 1° agosto non è un giorno come gli altri. È la festa di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, Patrono della città, guida spirituale e simbolo di un’identità profonda che unisce fede, cultura e tradizione. Un giorno che rievoca non solo la devozione popolare, ma anche il senso di appartenenza a una comunità che guarda al futuro senza dimenticare le proprie radici.

Sant’Alfonso, vescovo, teologo, fondatore della Congregazione del Santissimo Redentore, non fu solo un gigante della spiritualità del Settecento. Fu anche un uomo del popolo, che scelse Pagani come luogo in cui vivere gli ultimi anni della sua esistenza terrena. Ancora oggi, la sua figura continua a ispirare valori di umanità, sacrificio e coerenza, valori che si riflettono — in forme diverse — anche nei percorsi più quotidiani della vita cittadina.

Ed è proprio in questo clima di coesione spirituale e identitaria che si inserisce anche la nuova avventura della Paganese. Un club che, come la città, ha imparato a resistere, a rialzarsi, a ripartire. La stagione sportiva 2025/2026 segna per gli azzurrostellati la quarta consecutiva in Serie D, una categoria che ha visto la società riorganizzarsi e provare, stagione dopo stagione, a ritrovare stabilità e ambizione.

I segnali, stavolta, sembrano incoraggianti. Il gruppo, rinnovato ma costruito con razionalità, ha cominciato a trovare compattezza sotto la guida di mister Raffaele Novelli. Un tecnico esperto, che sta imprimendo alla squadra un’identità chiara: spirito di sacrificio, organizzazione tattica e valorizzazione dei giovani. Non proclami, ma lavoro quotidiano e idee chiare: anche qui, in fondo, un riflesso della filosofia alfonsiana.

In un calcio sempre più frenetico e spesso distante dai valori delle comunità locali, la Paganese rappresenta ancora un presidio di appartenenza. La speranza è che l’annata che sta per iniziare possa riportare entusiasmo, magari anche attraverso risultati positivi, ma soprattutto attraverso un senso di continuità e orgoglio.

Pagani, in questi giorni, si stringe attorno al suo Santo. Lo fa con preghiere, processioni, luci e canti. Ma anche con una fierezza silenziosa, che si ritrova in chi veste la maglia azzurrostellata con rispetto e senso del dovere. Perché il legame tra la città e la squadra è, in fondo, un’altra forma di fede.

E allora, che la protezione di Sant’Alfonso accompagni anche quest’anno la Paganese. Che sia una stagione di crescita, di coesione, di passione ritrovata. Con la speranza, sempre viva, che il futuro possa riservare nuovi traguardi, sportivi e comunitari.
Avanti, Paganese. Con la città nel cuore e lo sguardo rivolto al cielo.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 01 agosto 2025 alle 08:00
Autore: Emmanuele Sorrentino
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