È il giorno di Pompei–Paganese, una di quelle partite che, pur senza avere il fascino del derby classico, racchiudono tutto ciò che serve per capire la direzione di una stagione.
La squadra di Raffaele Novelli arriva a Santa Maria la Carità con la consapevolezza di chi ha intrapreso un percorso tecnico coerente, ma anche con la necessità di dare un segnale chiaro: trasformare le buone prestazioni in continuità di risultati.

Le ultime settimane hanno mostrato una Paganese viva, organizzata e coraggiosa, capace di alternare trame di gioco fluide a momenti di equilibrio tattico. La vittoria a Francavilla e il pareggio con la Virtus hanno consolidato certezze, ma il ko in Coppa Italia contro il Savoia ha ricordato quanto sia sottile il confine tra controllo e distrazione. È proprio su questa soglia che gli azzurrostellati devono crescere: la maturità gestionale dei novanta minuti, la capacità di restare dentro la partita in ogni frangente, senza pause né cali di concentrazione.

Il Pompei di Alessandro Erra, ex tecnico paganese, rappresenta l’avversario ideale per misurare la tenuta mentale e caratteriale del gruppo. Una squadra ferita, reduce da una sconfitta pesante a Barletta, ma determinata a rialzarsi davanti al proprio pubblico. Le gare contro chi deve reagire sono spesso le più complicate: chi ha fame gioca con il cuore, e la Paganese dovrà essere pronta ad affrontare un match sporco, fisico, con pochi spazi e tanta intensità.

Per Novelli e i suoi, la chiave sarà la gestione del ritmo. Quando la Paganese impone i propri tempi e sfrutta le corsie esterne, diventa squadra difficile da contenere. Servirà lucidità nelle transizioni, compattezza in fase di non possesso e concretezza sotto porta — il limite principale finora, insieme a qualche disattenzione difensiva di troppo.

La classifica, con 10 punti in sei giornate, è incoraggiante ma non ancora definitiva. Restare agganciati al treno di testa significherebbe consolidare l’identità costruita nelle ultime settimane, dare continuità alle idee e confermare che la Paganese può recitare un ruolo da protagonista nel girone H.

Oggi, più che mai, serve una prova di maturità e consapevolezza. Perché il talento e il gioco non mancano, ma è nei campi caldi e nelle partite di sacrificio che si misurano le ambizioni vere.

A Santa Maria la Carità non basterà giocare bene: servirà vincere i duelli, essere squadra in ogni metro del campo, mostrare la forza mentale di chi vuole davvero restare in alto.
La Paganese ha le carte in regola per farlo. Ora è il momento di dimostrarlo.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 12 ottobre 2025 alle 08:00
Autore: Emmanuele Sorrentino
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