La trasferta di Andria lascia in dote alla Paganese una sconfitta che pesa più del semplice 1-0 scritto dal tabellino. Non è solo il gol di Marquez a fare la differenza, ma il quadro complessivo di una squadra che, pur lottando fino all’ultimo, non è riuscita a trovare continuità né brillantezza negli ultimi metri.

Due reti realizzate in tre gare ufficiali di campionato sono un magro bottino: nelle ultime due gare l’attacco azzurrostellato ha faticato a trasformare i buoni spunti in concrete occasioni.

Ieri ad Andria la prestazione non è stata disastrosa e la reazione nel finale ha mostrato orgoglio – ma i campionati si costruiscono sui dettagli, e proprio i dettagli hanno condannato la Paganese in questo avvio di campionato. Novelli ha a disposizione un gruppo che corre e lotta, ma senza organizzazione offensiva e leadership nei momenti decisivi, la squadra rischia di restare incompiuta.

La sconfitta di Andria non deve essere però un campanello d’allarme. Non è il momento di abbattersi: la Paganese ha bisogno di ritrovare identità, cinismo e punti. Perché il campionato è ancora lungo e nulla è già stato definitivamente scritto.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 20 settembre 2025 alle 08:00
Autore: Emmanuele Sorrentino
vedi letture
Print