Nonostante l’iscrizione regolarmente perfezionata al prossimo campionato di Serie D, in casa Olbia regna il caos. Una situazione di profonda incertezza societaria ha travolto anche l’area tecnica, provocando due defezioni pesanti nel giro di poche settimane: prima l’addio del direttore sportivo Manuel Gonzalez, ora quello del tecnico Lucas Gatti, che ha lasciato il club sardo a ridosso dell’inizio della nuova stagione.

La società gallurese, reduce da una sofferta retrocessione dalla Serie C, ha recentemente comunicato di essere aperta a manifestazioni di interesse per l’ingresso di nuovi soci o per una potenziale cessione della maggioranza. Una posizione che fotografa uno stato di transizione non ancora completato, con pesanti riflessi sull'organizzazione tecnica e sportiva.

Nel frattempo, mentre il club naviga a vista tra trattative silenziose e attese logoranti, il campo — da sempre cartina al tornasole di ogni incertezza dirigenziale — inizia a risentirne.

La prima crepa si è aperta con le dimissioni del DS Gonzalez, tornato incredibilmente a vestire i panni del calciatore, firmando per il Bisceglie. Una scelta inusuale per chi, fino a poco tempo fa, era stato designato per costruire l’Olbia del futuro.

Più dirompente, però, è stato l’addio di Lucas Gatti, richiamato proprio da Gonzalez per guidare la squadra in Serie D. L’allenatore argentino, figlio d’arte e già tecnico dei bianchi in passato, ha affidato a una lunga e toccante lettera il suo saluto, svelando i retroscena di un’estate surreale vissuta tra attese, promesse e disillusioni.

C’erano tutte le premesse per iniziare bene, ma nel corso di due mesi le nostre aspettative si sono progressivamente dissolte”, ha scritto Gatti, citando come principale ostacolo l’incertezza cronica e la mancanza di risposte concrete da parte della società.

Il tecnico ha evidenziato la discrasia tra i tempi del calcio, che richiedono decisioni rapide, e quelli della dirigenza, diluiti in una “lenta e logorante attesa”.

Abbiamo combattuto contro l’incertezza per due mesi, spinti solo dal senso di responsabilità verso chi ci aveva dato fiducia”, ha sottolineato, ringraziando pubblicamente giocatori, staff, dipendenti e tifosi per la vicinanza.

Più che una semplice lettera d’addio, quella di Gatti è stata una riflessione sul sistema calcio, sul ruolo delle società sportive nelle comunità e sull’importanza del senso di appartenenza.

Quando si acquista un club, si compra solo la possibilità di gestirlo. La vera proprietà appartiene alla sua gente e alla sua storia”, ha dichiarato con forza, lanciando un monito alla proprietà e a chiunque voglia investire nel calcio: senza rispetto per il territorio e per i tifosi, non c’è progetto sostenibile.

Infine, un auspicio: che l’Olbia possa presto ritrovare stabilità, chiarezza e identità, elementi indispensabili per affrontare un campionato di Serie D che si preannuncia competitivo e complicato.

“Penso che l’Olbia debba ripartire dal proprio senso di appartenenza. Al di là delle questioni aziendali, ciò che sostiene un club sono i suoi tifosi, i suoi veri proprietari”, ha concluso con parole intrise di affetto e speranza.

A meno di un mese dall'inizio del campionato, l'Olbia è senza direttore sportivo, senza allenatore e senza un progetto tecnico definito. La squadra non è ancora ufficialmente formata, la programmazione estiva è in grave ritardo e la tifoseria — da sempre legata visceralmente al club — inizia a perdere fiducia.

Serve una svolta, immediata e concreta. Perché l’iscrizione è solo un primo passo: per restare in piedi serve una visione. E oggi, a Olbia, quella visione sembra mancare.

Sezione: Varie / Data: Gio 07 agosto 2025 alle 18:00
Autore: Redazione TuttoPaganese
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